Monthly ArchiveGiugno 2018

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Come prepararsi al meglio per un colloquio di lavoro – I miei consigli su Workher!

Come prepararsi al meglio in vista di un colloquio di lavoro? Cosa fare e cosa evitare per aumentare le possibilità di fare una buona impressione al selezionatore? Nel mio ultimo video girato in collaborazione con Workher, rete tutta al femminile di donne che voglio entrare, rientrare e rimanere nel mercato del lavoro, ho messo in evidenza poche semplici regole per sfruttare al meglio i giorni antecedenti al colloquio e puntare a un’ottima performance il giorno dell’incontro con il selezionatore.

Ecco una miniguida valida per prepararsi al meglio per un colloquio di lavoro:

  • Rileggi l’annuncio al quale ti sei candidato, soprattutto la parte relativa al contenuto della posizione. Per un recruiter è importante che il candidato abbia almeno un’idea del perchè sia lì di fronte a lui in quel momento! Pensi sia scontato? Eppure succede tante volte in sede di colloquio che, alla domanda “Cosa l’ha colpita di più della posizione alla quale si è candidato?”, la risposta sia “Sinceramente non ricordo la posizione, sa, ho inviato così tante candidature…”. Sicuramente il selezionatore fornirà più dettagli sul ruolo in sede di colloquio, ma tu cerca di arrivare preparato sulle informazioni base presenti nella job description 😉
  • Informati e “googola” il nome dell’azienda su internet. Non ti verranno chiesti dati finanziari o dettagli particolari, ma conoscere qual è il core business dell’azienda, la storia e gli ultime news aziendali ti permetterà di fare la differenza rispetto agli altri candidati e ti darà più spunti per argomentare durante il confronto con il selezionatore;
  • Se hai tempo, soprattutto se sono i tuoi primi colloqui, il giorno prima dell’incontro vai in esplorazione e vedi dove si trova la sede. In alternativa studiati bene il percorso, qual è la strada migliore e i mezzi di trasporto più veloci per evitare di arrivare in ritardo il giorno fatidico;
  • Ricordati che la valutazione sulla tua persona inizia dal momento in cui varchi la soglia dell’azienda. Sii professionale e cortese con tutti, dalla receptionist alle persone che incontererai nei corridoi;
  • Presta attenzione agli aspetti paraverbali. Uno studio ha messo in evidenza che nel processo valutativo non è tanto influente quello che il candidato dice, ma come lo dice, come si relaziona e come si presenta. Linguaggio del corpo, tone of voice e abbigliamento rivestono un ruolo chiave nel giudizio del selezionatore. Qualche esempio negativo: accessori vistosi, trucco marcato, aspetto non curato. L’outfit deve essere consono al contesto: azienda formale/abbigliamento formale, azienda informale/abbigliamento casual. Sorriso, positività, energia e comunicazione aperta sono sempre apprezzati. E, se l’emoziona gioca brutti scherzi, un trucco è cercare di parlare più lentamente, per facilitare la respirazione;
  • Non mentire su competenze ed esperienze, la verità prima o poi viene a galla!
  • Non trasformare il colloquio di lavoro in una chiacchierata tra amici o, peggio, in una seduta dallo psicologo! Limitati a fornire particolari che hanno un nesso o che possono influire sull’ambito professionale, senza però sconfinare in dettagli che afferiscono unicamente alla tua sfera privata;
  • Alla fine del colloquio poni delle domande al selezionatore, relative non solo ai dettagli contrattuali, ma anche ad altri aspetti altrettanto fondamentali. RAL e inquadramento sono importanti, ma ricorda che quello sarà un luogo in cui passerai 8 o più ore al giorno. Sicuro che non ti interessa sapere altro? Ad esempio, puoi chiedere qual è la cultura organizzativa, quali sono i valori aziendali, come è organizzato l’ufficio nel quale verrai inserito, come saranno le persone con cui collaborerai;
  • The last but non the least: ogni colloquio è diverso dall’altro, usa il buon senso per gestire al meglio tutte le situazioni.

E una volta sostenuto il colloquio che fare? Qualche suggerimento nel mio articolo “Cosa fare in attesa del feedback post-colloquio di lavoro? I miei consigli per Workher!”

In bocca al lupo! 😉

Giada

autostima-autoefficacia

I ❤ ME : come l’autoStima e l’autoEfficacia possono aiutarti a vivere meglio

Quanto l’autoStima e l’autoEfficacia sono importanti per il raggiungimento degli obiettivi che ci prefissiamo? Quanto sono importanti per il nostro “vivere bene”?  Due parole utilizzate spesso, di cui forse non abbiamo ben chiaro l’esatto significato e soprattutto quali siano le loro implicazioni su di noi.

Che cos’è l’autoStima? E’ quella cosa che quando ci guardiamo allo specchio pensiamo “mamma mia quanto sono carina”? 😎 Beh, detta così sembrerebbe un po’ banale, anche perchè non riguarda solo il lato estetico. In realtà l’autoStima è la coscienza del proprio valore, quel valore che attribuiamo all’immagine che abbiamo di noi stessi. Quel valore che ognuno di noi ha perché esiste, quel valore che nessuno ci può togliere.

Oltre all’autoStima “di base”, quella cioè che sviluppiamo durante l’infanzia, attraverso il rapporto con i genitori e le figure significative, esiste anche un’autoStima “di accrescimento”, che sviluppiamo durante la crescita, la maturazione, attraverso le relazioni, i successi ottenuti, l’approvazione sociale. Questo perchè l’autoStima è legata anche all’influsso indotto: le altre persone, che ci piaccia o no, esercitano un’influenza su di noi, sta a noi decidere che peso dare.

L’autoEfficacia, invece, è la convinzione circa le proprie capacità di produrre un risultato. Quante volte vi è capitato di non sentirvi all’altezza del compito, di non essere adeguati per un determinato ruolo/lavoro? In realtà non esiste una correlazione diretta fra autoStima e autoEfficacia, infatti una persona può giudicarsi incapace di svolgere una certa attività, senza però subire una perdita di autostima (esempio: non sono capace di giocare a tennis, ma mi piaccio lo stesso).

Ci sono alcune cause alla base di un elevato livello di autoEfficacia:

Esperienze affrontate con successo

Osservare persone simili a noi che, con l’impegno, raggiungono i propri obiettivi

La persuasione – una persona ci convince che abbiamo le capacità necessaria, che “ce la possiamo fare”. Forse quest’ultimo è il metodo meno efficace, anche perché dipende dal tipo di persona. Ci sono persone che fanno fatica a fidarsi dell’altro più di altre e sono quindi più difficili da convincere.

Un buon livello di autoEfficacia è indispensabile nel mondo del lavoro come all’università; stessa cosa vale per l’autoStima, anche se ha un peso leggermente inferiore.  Se una persona non sta bene con se stessa, sarà difficile che gli altri si trovino bene con lui; ugualmente, se non sei tu in primis a credere in te stesso e nelle tue capacità, sarà difficile che un altro lo faccia per te.

La mia vita da studentessa mi ha messo spesso alla prova in termini di autoStima e autoEfficacia e, sulla base della mia esperienza universitaria, vorrei condividere con voi quello che ho imparato per avere più fiducia in sè 😉 Ecco i miei consigli:

Positività sempre e comunque: provate a sorridere un po’ di più

Siate mentalmente e fisicamente presenti/attivi su quello che state facendo: siate concentrati, non date spazio alle distrazioni

Riconoscete il vostro valore: come dicevo prima ognuno di noi ce l’ha, cercate di valorizzarlo. Vi farà sentire meglio con quello che state facendo e sicuramente influenzerà positivamente il lavoro che state facendo

Fate tante domande; non siate pigri, risolvete sempre i vostri dubbi, senza paura di essere giudicati. Sbagliare è umano

Usarte sempre il buon senso: fondamentale nella vita

Adattatevi al cambiamento: non abbiate paura delle trasformazioni, siamo in un contesto in continuo cambiamento, dobbiamo abituarci. E soprattutto, c’è sempre un’opportunità da cogliere o qualcosa di nuovo da imparare quando cambia qualcosa.

Siate aperti a nuove relazioni. Isolarsi non ha mai aiutato nessuno, cerca di vedere nell’altro il lato positivo prima di quello negativo

E voi cosa ne pensate? Quali sono secondo voi gli atteggiamenti giusti da adottare per sviluppare autoStima/autoEfficacia? Aspetto i vostri consigli 😉

Benedetta 🌺

Retratissimo

Retratissimo – Un ritratto per condividere la felicità in ufficio e migliorare la comunicazione in azienda

Cari HR in cerca di idee per stimolare la comunicazione tra i colleghi in azienda, questo post è per voi! Qualche giorno fa ho ricevuto una mail in cui si parlava di felicità, di aziende che credono nel benessere dei collaboratori, di creatività e di ispirazione. Una mail in cui una giovane ragazza di nome Denise mi ha raccontato una bellissima iniziativa (semplice e a costo zero!), per stimolare la creatività e la comunicazione in ufficio. Spesso basta un pizzico di inventiva e un animo HR per fare qualcosa di bello! Lascio la parola a Denise e al suo progetto “Retratissimo”, enjoy! 😉

di Denise Carulli – Seo Content Editor di Habitissimo

Ci sono molte storie di dipendenti felici, che hanno apportato un plus evidente nelle aziende ed oggi parlerò della mia. Sono Denise e lavoro nel dipartimento marketing di Habitissimo, azienda che consta di 250 impiegati provenienti da ogni parte del mondo e che si basa proprio sui principi di felicità aziendale e benessere dei lavoratori. La mia iniziativa è conosciuta da tutti con il nome “Retratissimo” ed è nata per caso, disegnando il ritratto di un mio compagno di lavoro alla fine di una giornata un po’ complicata: mi sono seduta accanto ai grafici con un foglio riciclato ed una penna di quattro colori ed ho disegnato il ritratto di uno di loro. Questo disegno è diventato virale ed ha scaturito sorrisi e richieste da parte degli altri colleghi.

Così, ho pensato che la mia iniziativa potesse diventare un vero e proprio progetto dal cuore HR! Con Retratissimo dedico gli ultimi 5 minuti di lavoro al disegno, per rappresentare il ritratto di un compagno, su un foglio riciclato con una semplice penna quattro colori.
I criteri di scelta del soggetto da immortalare sono vari: sorteggio, ispirazione, nomination da parte degli altri compagni, richiesta personale o merito.

250 ritratti per 250 giorni

Ogni ritratto sottolinea le caratteristiche caratteriali di ogni dipendente o le proprie passioni, in modo tale da dare visibilità in azienda al personaggio del giorno, in un’ottica di comunicazione interna, in cui ci si senta parte integrante dell’azienda, non come numero, ma come persona.

È un’iniziativa che strappa un sorriso a chi lo riceve, creando sorpresa ed impazienza, perchè è sempre bello essere il protagonista del giorno in un’azienda formata da tante persone!

E oltre alla disegno su carta abbiamo pensato di pubblicare tutti i ritratti su una pagina Instagram dedicata, in cui, di volta in volta, le foto dei fortunati prescelti vengono postate con un soprannome…il mio è “Picasseo” – PIcasso + Seo – dipartimento di cui faccio parte 🙂 La condivisione sul canale Instagram, creato appositamente per il progetto, è stato un mezzo per aumentare la visibilità di ciascuno e farsi conoscere dai compagni.

Il progetto si è affinato pian piano e gli obiettivi si sono quasi auto-generati:

Ritrovare la creatività e l’ispirazione per poter apportare nuove idee a lavoro; implicarsi in altro che non sia direttamente legato a lavoro, aiuta la produzione stessa perchè nel momento in cui ci si distacca, si riesce a trovare quella dimensione ludica utile per produrre.

Personalizzazione: la moltitudine aliena ed è controproducente, non siamo numeri, siamo persone con fisionomie, caratteri e passioni, ed è quello che il ritratto stesso trasmette.

Premio: dare importanza ad una persona al giorno, magari a colui che ha fatto qualcosa per l’azienda o ha ottenuto un risultato meritevole, implica una maggior motivazione volta al risultato.

Apporta felicità: dona un sorriso al diretto interessato e all’intorno, creando un momento di condivisione, sdrammatizzando anche momenti difficili (magari consegnando il ritratto a chi ha avuto una giornata non facile).

Unisce: essendo in tanti e divisi in un unico edificio, non ci si conosce tutti. Con il ritratto e la condivisione su instagram, si riesce a fare un profilo dell’impiegato e conoscere le sue passioni.

Scaricare la tensione a fine giornata

Un modo semplice per generare felicità sul lavoro!

Denise