Pensate che cambiare prospettiva o punto di vista sia difficile? E’ solo un limite dettato dalla paura, perché la nostra mente, invece, è già avvezza a essere piacevolmente sorpresa da nuove interpretazioni della realtà.
La prima volta che ho subito l’inganno è stato durante il 5° anno di liceo mentre studiavo Dalì e le sue opere.
Mi sono trovata davanti questo quadro dal titolo inspiegabile…Il Mercato di schiavi con volto invisibile di Voltaire…ma cosa c’entrava il filosofo con questo ambiente surreale? Ho speso parecchi minuti per capire che il titolo non era casuale e che dietro la maestria dell’artista si nascondeva davvero il viso di Voltaire. Cosa ho imparato? A parte che Dalì era un immenso genio e un gran burlone, di andare oltre a quello che è più immediato, che si possono avere più letture di una stessa immagine, che la mente è fatta per superare se stessa.
E quanto mi è parso vero quello che dice Valeria Parrella nel libro Ma quale amore. Una coppia, la fine dell’amore, la disperazione di lei, lui che dopo mesi la cerca: “…lui un giorno mi ha spedito un sms, e io ho riconosciuto la forma del suo numero di telefono, che dopo l’intervento di Giovanni e Stefania non era più collegato ad alcun nome. Ne ho riconosciuto la forma come gli analfabeti riconoscono i cartelli autostradali Roma, Napoli, Parigi, Buenos Aires. Oppure come i bambini sanno su quale etichetta c’è scritto Zucchero invece che Sale, ancora prima di iniziare a leggere. Così ho visto quel numero, e c’era scritto Zucchero e Sale”. Quante volte la mente riconosce la forma di quello che non c’è!
A Milano, ad esempio, nella Chiesa di Santa Maria in San Satiro si può ammirare un grande esempio di illusione prospettica. La Chiesa si trova vicino a piazza Duomo e, quando fu costruita, la sua ubicazione così centrale portò non pochi problemi all’architetto Bramante, il quale però, per ovviare alla scarsità di spazi e a un abside che risultava eccessivamente piccolo, progettò un escamotage superbo. Il pittore/architetto progettò infatti uno stucco del presbiterio sopra il quale dipinse con grande talento una finta architettura, in cui simulava una volta a botte con copertura a cassettoni, affinché sembrasse un prolungamento del soffitto della navata. E aggiunse inoltre una serie di finte colonne, nicchie e gradini in stucco debitamente decorati.
Solo arrivando al fondo della chiesa si scopre l’astuto inganno che confonde così sapientemente i sensi!
Siete ancora scettici? Seocndo uon stiduo di uan univretisà inlegse l’oridne dlele letetre all’intreno di uan praola nno è improtatne, ciò ceh improta è al pirma e l’utlima letetra. Il retso nno improta motlo in qulae oridne si trvoa, lo leeggrai comnuque sezna prbloema.
Sembra bizzarro, ma è ciò che sa fare il nostro cervello! Mettete alla prova il vostro!
Le linee rosse sono parallele o no?
Cosa vedi: una spirale o dei cerchi?
Ed infine la migliore illusione ottica!