Ci sono momenti in cui la vita prende una piega che non avevamo previsto, eventi che deviano il corso naturale delle cose, turbolenze che ci allontanano dalle sicurezze cui eravamo ancorati. Le leggi delle statistica, se valgono per l’economia, poco hanno a che fare con l’esistenza umana, in cui il principio della probabilità segue delle logiche imprevedibili. E allora ti ritrovi a parlare di destino, di colpe e di cose che non dovevano andare così, di vittime e carnefici e di un mondo che è contro di te.
Ogni volta che la vita mi ha costretto fortunatamente a crescere, superando problemi ed ostacoli, i libri e la musica si sono rivelati un balsamo per l’anima. E’ come se cercassi risposte e soluzioni in frasi e citazioni. E’ il potere della parola. Parole semplici, ma che, accostate le une alle altre, diventano la formula magica in grado di farti uscire dall’impasse del momento. E’ come se quella frase lì, in quel momento, stesse parlando proprio a te, proprio di te. Molti dicono che è merito della compartecipazione, il prendere coscienza che quello che stai attraversando tu l’hanno già vissuto altre mille persone, a farti stare meglio. Forse. Io credo invece che il senso di sollievo sia più da attribuire al processo di metabolizzazione degli eventi, reso possibile da quelle frasi e strofe che ci permettono di guardare in profondità e andare oltre. Magari il libro o la canzone non risolveranno il nostro problema, ma leniscono il senso di disorientamento e sono un toccasana per il cuore.
Anni fa, in un momento di sconforto in cui la mia vita professionale ha preso la prima piega inaspettata, e in cui, come succede quasi sempre, una piccola parte impatta su tutto il resto, facendoti pensare di essere un totale fallimento in tutti gli ambiti, mi è capitato fra le mani questo semplice ma sapiente inno alla vita. E’ il monologo finale che Danny DeVito recita nel film “The Big Kahuna”, testo riadattato poi in italiano da Linus. Sono concetti semplici che messi insieme hanno avuto lo stesso effetto di un boomerang e mi hanno reso consapevole in una sorta di epifania delle cose.
Prima di lasciarvi all’ascolto e alla lettura del testo, vorrei solo farvi riflettere su due frasi del monologo che reputo profondamente vere:
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Per quanto possiamo preparaci, non saremo mai pronti all’imprevidibilità della vita, né agli scherzi del destino.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
E’ vero, non abbiamo la sfera di cristallo e la certezza del risultato. Ma nemmeno gli altri ce l’hanno.
“Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa…
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E’ il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant’anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell’accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.”
Giada B.