Cambiare o restare fedeli alla propria azienda? I professionisti italiani dicono la loro

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Recentemente Linkedin, il più conosciuto social professionale, ha condotto il sondaggio Talent Trends Italia 2014, per fornire ai recruiters, selezionatori del personale e professionisti HR informazioni utili sulle tendenze, aspirazioni e comportamenti della forza lavoro. Il sondaggio ha coinvolto più di 700 lavoratori pienamente occupati in Italia, per capire quali sono le leve che spingono i professionisti a cercare un nuovo impiego, quali le principali soddisfazione sul luogo di lavoro e le valutazioni che inducono ad accettare nuove opportunità di carriera.

Innanzitutto il report dimostra che solo il 27% dei professionisti intervistati è attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro (candidati attivi), mentre il 73% non sta compiendo azioni finalizzate a un cambiamento (candidati passivi), anche se il 43% si dichiara disponibile a parlare con un recruiter di una nuova opportunità.

Contrariamente alla percezione comune che vuole la maggior parte dei professionisti scontenti del proprio lavoro, il sondaggio ci dice che il livello di soddisfazione professionale è certo migliorabile, ma alto.

Quali sono i fattori che si valutano quando si cambia lavoro? Per i candidati attivi trovare un lavoro gratificante che sia in linea con le proprie capacità sembra essere la motivazione principale; mentre i candidati passivi valutano una nuova opportunità solo se questa offre un miglior connubio tra vita personale e lavoro. Il miglioramento del pacchetto retributivo resta per entrambi i candidati una delle più importanti spinte al cambiamento.

Di contro, i fattori che incidono meno nella scelta di un nuovo posto di lavoro sono l’ubicazione dell’ufficio e la ricerca di un rapporto più sereno e collaborativo con il proprio superiore (percentuale che diventa però più alta tra i candidati donne, a dimostrazione del fatto che, purtroppo, ancora spesso invidie, gelosie e ripicche caratterizzano l’universo femminile sul luogo di lavoro).

E tra le tante offerte cosa spinge a propendere per una realtà aziendale piuttosto che un’altra? La cosiddetta brand reputation, ossia la reputazione dell’azienda, la percezione che il mondo esterno ha di quel brand e della sua organizzazione. Più è alta, più si ha la sicurezza di inserirsi in un contesto lavorativo apprezzato.

Per chi lavora nelle Risorse Umane questi dati rappresentano un ottimo spunto di riflessione. Vediamone alcuni:

1. Innanzitutto, per attrarre i migliori talenti, è importante investire sulla brand reputation e non smettere mai di essere attrattivi nei confronti del mercato. Rispettare e valorizzare le risorse umane non è solo la missione dei professionisti HR, ma è anche il modo più veloce per far sì che l’azienda sia riconosciuta come miglior luogo di lavoro attraverso il passaparola.

2. Migliorare la percentuale di retention del personale per abbassare il turnover aziendale attraverso un piano di total rewards che tenga conto non solo degli aspetti remunerativi ma dei diversi fattori che possono coinvolgere e motivare i dipendenti a restare in azienda, come, ad esempio, piani formativi, percorsi di carriera, benefits, convenzioni, iniziative di work & life balance.

3. Vivere l’azienda e costruire un dialogo costante con i dipendenti per capire quali sono i problemi e i fattori che possono indurli a cambiare luogo di lavoro.

4. Nella ricerca di nuovi talenti, “lavorare” non solo sui candidati attivi, ma esplorare anche il mondo dei candidati passivi attraverso i nuovi strumenti messi a disposizione dal web: social networks, banche dati, newsletter.

Giada B.

Giada B.

Ho lavorato nella più autorevole azienda in Italia di recruiting on line e successivamente all’interno della divisione Human Resources di due importanti aziende leader di settore. Oggi vivo a Milano e mi occupo di progetti di consulenza su temi di e-recruiting, selezione, formazione ed orientamento. Selezione del personale, lavoro & web, risorse umane, web reputation, job blogging, social recruiting e personal branding sono la mia passione!

    1 Commento

    Sondaggio: Quali sono i motivi di attrazione/repulsione del lavoro dipendente? | fiorentementePosted on7:22 pm - Giu 26, 2014

    […] un tema caldo questo di cui abbiamo già parlato nell’articolo Cambiare o restare fedeli alla propria azienda, relativo alla tendenza dei professionisti italiani a pensare a un cambiamento lavorativo. Qui […]

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