Consigli in video-pillole per chi è alla ricerca di lavoro
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Nei seminari e workshop che tengo nelle Università e nelle società di formazione con cui mi capita di collaborare, cerco sempre di far vedere il video “The Candidate” e il risultato è sempre lo stesso: facce sorridenti e profonde riflessioni. Si tratta di un video della società Heineken, impegnata nella ricerca e selezione di un profilo di stagista, per la divisione marketing ed organizzazione eventi. Ma è una selezione diversa dalle altre, perché i colloqui sono filmati, i candidati vengono messi alla prova attraverso dei test e situazioni-limite, i dipendenti dell’azienda sono chiamati a votare il candidato migliore.
Perché faccio vedere questo video? Perché al di là dell’aspetto giocoso e del ritmo incalzante (chissà perché quando inizia l’inno allo Juventus Stadium vedo i maschietti uscire dal precedente torpore soporifero 😉 ), il video racchiude e racconta due aspetti importanti dell’attuale mondo del lavoro e del processo di selezione.
Il primo è rappresentato dall’identità e cultura dell’azienda, il secondo dalle cosiddette soft skills o competenze trasversali.
La maggior parte delle aziende oggi guarda con attenzione non solo alle competenze tecniche, ma anche all’attitudine e personalità del candidato. Si dice infatti che una competenza tecnica può essere appresa attraverso un corso di formazione, mentre qualità e valori sono più difficili da assimilare e far propri. Quindi, posso essere un candidato bravissimo, il più tecnicamente bravo, ma non basta.
Se non sono allineato e se la mia personalità e il mio modo di essere non rispecchiano i valori, la cultura e la filosofia dell’azienda per la quale mi sto candidando, potrei anche essere escluso dal processo di selezione.
Prendiamo ad esempio questo video, che tipo di immagine dà di sé la Heineken?
Sicuramente quella di un’azienda giovane, con un approccio al lavoro non convenzionale, che crede fortemente nello spirito di squadra e che cerca persone piene di entusiasmo, proattive ed intraprendenti. Il candidato che infatti verrà scelto dice “people can be infected by my entusiasm”, dice che lui è bravo a “contagiare” le persone con il suo entusiasmo. Non lo dice solo, lo dimostra, dando prova di avere una grande dose di energia ed entusiasmo.
E’ il candidato, fra tutti quelli intervistati, che più si avvicina alla filosofia e ai valori aziendali di Heineken.
Come facciamo però a capire qual è la cultura di un’azienda ancor prima di entraci? Sicuramente i social network possono darci una mano in tal senso. Vediamo che tipo di linguaggio, contenuti, immagini veicola l’azienda sulla propria pagina Fb, Twitter o Linkedin e capiamo, su un canale non istituzionale, come si vuole presentare al mondo esterno. Ma anche il sito istituzionale, il passaparola e qualche amico che ha lavorato lì possono darci informazioni utili.
L’importante al colloquio è non snaturarsi ma, se l’azienda è realmente allineata al nostro modo d’essere, valorizzare gli aspetti della nostra personalità più vicini ad essa.
La seconda riflessione riguarda le soft skill o competenze trasversali, cioè tutte quelle competenze non tecniche, né legate al tecnicismo di una specifica professione, ma per l’appunto trasversali e potenzialmente applicabili a ruoli differenti.
Sono competenze trasversali il problem solving, la flessibilità, l’essere mutitasking, il lavoro in team, l’orientamento all’obiettivo, la leadership ecc…E soprattutto, per chi si affaccia al mondo del lavoro (e per tutti i ragazzi che ho incontrato e che incontrerò che si lamentano di non avere esperienze professionali pregresse 🙂 ) le competenze trasversali sono un ottimo bagaglio cui attingere per iniziare.
Nei miei incontri propongo sempre un esempio molto semplice: sono una giovane diplomata/laureata e voglio iniziare una carriera in ambito commerciale, ma non ho esperienze in tal senso. Ho però lavorato nei ritagli di tempo come cameriera in un pub. Ma cosa vuol dire fare la cameriera oltre che servire ai tavoli? Quanto orientamento al cliente, problem solving e multitasking c’è quando il pub è pieno, c’è un cliente critico da servire e il cuoco è malato? So relazionarmi con persone diverse, imparo a gestire lo stress e so organizzare il lavoro. E sono tutte competenze che potrebbero essere richieste anche in un ruolo commerciale.
Tornando al video, i candidati sono tutti giovani, forse alla loro prima esperienza, e nel colloquio non sono tanto “stressati” sulle competenze tecniche, quanto sulle soft skills.
Quindi la cosa importante è mettere mano innanzitutto al nostro curriculum, per evidenziare le competenze trasversali in cui eccelliamo. Poi guidare il selezionatore durante il colloquio sui punti più “soft” del nostro profilo, magari non visibili ad una prima lettura, ma altrettanto importanti 😉
Se vuoi scoprire di più sul colloquio di lavoro leggi l’articolo “Quello che dici, come lo dici, come ti presenti: quello che gli intervistatori valutano nel colloquio di lavoro”
Giada B.
Per iniziare l’anno con l’augurio di seguire il nostro aeroplanino di carta e scoprire tutto ciò che di bello il destino e la vita ci riservano!
Buon 2015 a tutti!
Giada B.
Se l’avvento di Facebook, Twitter e Instagram ha contribuito alla nascita della figura del Social Media Specialist, il successo di Youtube, il canale di condivisione video più cliccato al mondo, ha introdotto una nuova professione, quella dello Youtuber. Lo Youtuber altro non è che colui che posta e condivide i video su Youtube, aspettando che questi diventino virali. Non pensate che lo Youtuber sia un passatempo, per molti infatti è diventata una vera e propria professione fonte di guadagno.
Ma com’è possibile guadagnare da un video? Semplice, grazie alla sua popolarità! Più un video è visualizzato, più un canale e il suo autore, lo Youtuber, diventa conosciuto, più aumentano le occasioni che riceva richieste di sponsorizzazione, pubblicità e partnership.
Per avere un parametro di riferimento, considerate che 1.000 visualizzazioni valgono un euro e che quindi gli youtubers italiani più cliccati della rete possono guadagnare in media dai 200 fino ai 3.000 euro al mese…un vero e proprio stipendio!
Ma come tutte le professioni anche quella di Youtuber richiede capacità ed impegno. Non tutti infatti sono capaci di creare dei video di qualità con lo scopo di informare, far riflettere o semplicemente divertire. Ci vuole poi del tempo per scrivere copioni, registrarsi, montare, pubblicare e condividere. E non è facile nella giungla della rete distinguersi e farsi notare nella community. I mezzi però non mancano e i social network anche in questo caso sono degli alleati per spargere la voce e far sì che i video diventino virali.
Non a caso, navigando nella community, salta agli occhi che gli youtubers italiani sono per la maggior parte ragazzi della generazione 2.0 che hanno grande dimestichezza con il web e utilizzano la rete come principale canale di comunicazione e condivisione.
Guardate questo video di un youtuber italiano che, al di là del monito in difesa della sua categoria professionale, ci svela molti particolari di questo nuovo lavoro.
Giada B.